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Un album, un viaggio nella scrittura, canzoni insomma; giornate passate tra le righe di quaderni - veri o immaginari - per cercare di rispondere a domande che riguardano il da farsi per il futuro e il senso stesso dell’esistenza, dove si alternano mancanza di varietà e episodi stravaganti, luci e ombre, percorsi chiari e imprevisti.
"Giornate a righe" in inglese "striped days" o "days in lines" è uno stile di diario in cui le annotazioni di ogni giorno sono limitate a poche righe, un modo per annotare rapidamente i momenti salienti della giornata senza impantanarsi in lunghi dettagli. Poche righe per catturare l'essenza di ciò che è accaduto.
"muto girovagar, non ci sono per nessuno.... un velo di bastarda poesia frigge tra le mie mani fredde".
"Giornate a righe" è un disco che un tempo sarebbe stato chiamato concept; nove brani che affrontano in maniera ironica, a volte dissacrante ma sempre leggera alcuni temi e alcuni tempi dell'esistenza, brani pensati e sostenuti da un set-up musicale che ha come nucleo centrale un quartetto d'archi e il pianoforte. Righe, paradossi, si snocciolano su una tessitura musicale che si espande e si contrae a seconda delle esigenze dei brani: archi e piano dialogano con le parole, all'occorrenza entrano e escono beat box, contrabbasso, batteria, elementi di sound design.
Tutto da qui, un riff di pianoforte percussivo, quasi ossessivo, la storia di un musicista con una specie di disturbo d'ansia sociale, in balìa di un'ispirazione musicale che va e viene, "prende la via" di cose, oggetti e pensieri insoliti, si prende gioco di lui, mentre nella testa gli echeggiano i versi delle canzoni di Paolo Conte, unico punto fermo in uno stato quasi di delirio creativo. Nasce tutto un pò così, un primo brano scritto quasi per gioco ma, si sa, ci stava scappando del rock; e poi, fuori, altri otto brani.
Probabilmente, lo so, è un mondo isolato e forse un pò magico nel contesto della musica che ascoltiamo oggi ma, se ci pensi bene, "Un'isola è un'isola solo se la guardi dal mare!"
Gli autori siamo io e il mio amico Ilario Ferrari, poi tante collaborazioni, a cominciare dagli Ondanueve String Quartet, Leonardo Pereira Liberati (Leonardo Homen), Edoardo Bombace, Massimo di Cristofaro, l'amichevole partecipazione di Massimiliano Cutrera e le illustrazioni di Martina Salvaterra.
La terra il mare una donna, prende la via di quella storia di verde milonga... (Paolo Conte, Giornate a righe)

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